domenica 22 giugno 2014

Scrub viso e corpo - segreti per eliminare la pelle morta

Gli scrub esfolianti infatti sono benefici soltanto se utilizzati nel modo giusto e soprattutto senza abusarne, perché esfoliare la pelle troppo frequentemente ed effettuare massaggi troppo aggressivi porta soltanto ad avere irritazioni cutanee. Le parole d’ordine devono sempre essere due: delicatezza e moderazione.Per poter scegliere il prodotto più idoneo alle vostre necessità la prima cosa da fare è distinguere quelli specifici per le guance, il mento, la fronte, da quelle destinati alle cosce o alla schiena.


Utilizzare uno scrub corpo sul viso, molto probabilmente vi porterebbe ad avere forti irritazioni della pelle. I prodotti per il corpo infatti sono decisamente più aggressivi di quelli destinati per la pelle del viso che è notoriamente delicata e sensibile. Viceversa i micro granuli dei prodotti per il viso non avrebbero alcuna efficacia sulla pelle più spessa delle gambe. Dopo aver scelto lo scrub giusto per le vostre esigenze ricordatevi che è importante non esagerare… mai applicarlo tutti i giorni!
Scrub letteralmente significa abrasione, attraverso questo genere di trattamenti è possibile rimuovere le cellule morte, rendendo così la pelle liscia e morbida al tatto.


Lo scrub viso deve essere effettuato con un massaggio morbido e delicato con acqua non troppo calda. Dopo il trattamento ricordatevi di applicare una crema idratante per avere un viso nutrito, giovane e luminoso.

Lo scrub corpo invece mira ad eliminare l’antiestetico effetto a buccia d’arancia, rendo così la pelle più liscia e compatta. Ovviamente non è l’unico trattamento che vi consentirà di ridurre il problema, ma lo scrub potrebbe essere perfetto prima dell’applicazione di un prodotto specifico per la rimozione della cellulite.

martedì 17 giugno 2014

La radiofrequenza nella depilazione: pelle finalmente liscia!

L’epilazione a radiofrequenza è perfetta per quelle zone nascoste o con peli sottili, ma poco estetici, di cui desideriamo sbarazzarci, come nella zona del mento, del collo oppure delle tempie. Inoltre, a differenza dell’epilazione a luce pulsata, la radiofrequenza può indebolire peli più scuri e più resistenti, non colpendo la melanina ma il bulbo pilifero che tende a indebolirsi fino a ricrescere sempre più debole.


I primi risultati si possono raggiungere dopo tre sedute, che vanno ripetute per un periodo determinato: la sua durata varia a seconda della robustezza del pelo. Ma quali zone si possono trattare? Vediamolo:
  • Sopracciglia: per trattare le sopracciglia ci vuole una particolare attenzione. E’ sempre bene tenere presente che la moda cambia ed è consigliabile pertanto essere ben sicuri della forma che si vuole dare alla linea sopraciliare, prima di iniziare il trattamento. Questo trattamento risulta infatti progressivamente permanente e pertanto non permette di tornare indietro. Si consiglia, in questo caso, di iniziare dal centro della fronte (tra gli occhi); spostatevi poi al punto più esterno delle sopracciglia e trattate i peli dirigendovi verso il centro. Ricordatevi sempre che la pelle deve essere tesa durante la depilazione e che i peli devono essere rimossi seguendo il verso di crescita.
  • Labbro superiore: per i “baffetti” si consiglia di iniziare dall’esterno e spostarsi gradualmente verso il centro delle labbra. I follicoli sui lati delle labbra tendono a essere più profondi di quelli verso il centro, pertanto per i peli verso l’esterno sarà necessario un tempo di trattamento più lungo che per i peli che si trovano verso il centro. Ricordarsi di tenere tesa la pelle con la mano; se ciò risultasse poco agevole o scomodo, potrebbe essere d’aiuto un bastoncino rivestito d’ovatta per eseguire questa operazione.
  • Ascelle: i peli in questa zona crescono normalmente in diverse direzioni; è importante fare attenzione, quindi, a rimuoverli nella direzione di crescita! Se i peli risultano troppo spessi e profondi, è possibile fare degli impacchi caldi per aprire leggermente i follicoli.
  • Seno: può essere normale che alcuni peli crescano sul seno. Questa zona va trattata come qualsiasi altra parte del corpo. Assicurarsi che i peli siano della lunghezza consigliata (3-5mm), che siano trattati per un tempo sufficiente e rimossi nella direzione di crescita del pelo.
  • Bikini: i peli in quest’area sono normalmente spessi e quasi sempre molto profondi. In questo caso può essere necessario fare impacchi caldi per poter aprire leggermente il follicolo. Assicurarsi che la pelle sia asciutta prima di iniziare il trattamento. Iniziare dall’esterno della linea bikini e spostatesi gradualmente verso il centro, rimuovendo il pelo nel verso di crescita. Assicurarsi che la durata del trattamento sia sufficiente.
  • Gambe: assicurarsi che i peli siano della lunghezza consigliata (3-5mm). Se i peli risultano troppo spessi e profondi, è possibile fare degli impacchi caldi per aprire leggermente i follicoli.
Se desideri quindi provare questo trattamento puoi rivolgerti a un professionista del settore estetico, mentre, se desideri fare trattamenti di epilazione a radiofrequenza comodamente a casa, puoi provare prodotti come pinze a radiofrequenza, ideali specie per le zone più delicate e che richiedono grande precisione.

lunedì 16 giugno 2014

Oli essenziali: proprietà e usi

Gli oli essenziali, quindi non possono essere estratti da tutte le piante ma solamente da quelle cosidette aromatiche, e rapprensenza l’essenza stessa della pianta, il profumo che si sprigiona, quando ad esempio tritate il rosmarino o sbucciate un’arancia, che attraverso un trattamento di distillazione o spremitura meccanica producono l’olio essenziale.


Questo profumo non veicola solo le molecole aromatiche, ma racchiude sostanze chimiche che possiedono proprietà terapeutiche importanti: antisettiche, anti-virali, rilassanti o cicatrizzanti.

Gli oli essenziali in commercio oggi sono un prodotto relativamente moderno, infatti seppure il concetto di estrazione mediante vapore, risalga a più di mille anni fa, non era mai stato applicato per la realizzazione di oli essenziali ma solo per la creazione di acque aromatiche.

E’ possibile ricavare un olio essenziale attraverso differenti metodi a seconda del vegetale utilizzato:
  • distillazione: si invia il vapore acqueo sulla pianta e si produce l’olio essenziale che viene recuperato da un apparecchio speciale per il raffreddamento.
  • spremitura: si pressa la parte della pianta dalla quale si desiderano ricavare le essenze.
Oli essenziali: proprietà

Gli oli essenziali sono solitamente venduti in piccoli flaconcini di vetro con dosatore a gocce, per permettere di dosarli e successivamente diluirli prima del loro utilizzo in quanto, allo stato puro, hanno proprietà irritative nei confronti delle mucose.

Nel momento in cui annusiamo il profumo emanato da una pianta, questo viene immediatamente trasformato in impulso elettrico e recepito dal cervello, senza essere filtrate dal centro recettore del talamo, legandosi ad un’impressione olfattiva richiamando emozioni più o meno belle, ed evocando ricordi passati in maniera molto più vivida rispetto ad un’immagine o ad un suono.
Oli essenziali: usi

Gli oli essenziali vengono molto spesso utilizzati inaromaterapia per riequilibrare la sfera psichica ed emozionale. Le applicazioni in questo ambito possono essere la diffusione ambientale, i bagni aromatici, i suffumigi, saune. Una volta inalati raggiungono i polmoni, penetrano nei capillari posti sotto la loro superficie e, attraverso questi, si diffondo nei vasi sanguigni maggiori, che le distribuiscono a tutto l’organismo.

Le molecole degli oli essenziali hanno molta affinità con i tessuti del corpo umano, riuscendo a penetrare con facilità nella cute, e per questo vengono utilizzati anche per uso topico, mediante massaggi, bagni, docce etc.. .

Gli oli essenziali si possono assumere anche per via orale diluendone due gocce nel miele, in quanto pur possendo differenti proprietà specifiche (balsamico, rubefacente, digestivo, cicatrizzante e rilassante, depurativo) sono tutti degli antisettici e antibatterici in grado di sostenere le nostre difese immunitarie.

Acne: cause e rimedi

L’acne è una patologia di infiammazione che coinvolge l’intero derma. Spesso è fastidiosa, dolorosa e di diverse tipologie:
l’attività delle ghiandole sebacee aumenta e si formano accumuli di sebo che ostruiscono il dotto pilifero e i pori. L’acne in genere ha una causa o un fattore scatenante, che può essere di origine ormonale oppure può essere uno “sfogo” di natura allergica. Vediamo insieme quali 

tipologie di acne esistono:

Quando colpisce l’acne?

Questa patologia in genere colpisce gli adolescenti tra i 13 e i 20 anni, ma può persistere anche in età adulta, oppure comparire dopo i 25 anni: in genere l’acne è legata alla produzione degli ormoni sessuali, e per questo può resistere alle cure oppure perdurare negli anni. Inoltre si presenta con maggiore frequenza nei cambi di stagione, specie in primavera o in concomitanza con le stagioni di fioritura e dei pollini.
Quanti tipi di acne esistono?



L’acne in genere è di un solo tipo, quello che cambia sono le fasi di infiammazione. Vediamole insieme:

Tre stadi di evoluzione
L’acne ha un andamento progressivo, che si manifesta attraverso vari stadi in base alla sua serietà.
- Fase comedonica
Sarebbe la prima fase della malattia, con lievi lesioni o “comedoni”: piccoli tappi di sebo che bloccano i pori e il canale del bulbo pilifero. Sono i cosiddetti “punti neri” e generalmente rappresentano l’imperfezione più comune.
- Fase infiammatoria
la ghiandola sebacea può poi infiammarsi: sulla pelle compaiono foruncoli dal colore rossastro detti papule e che iniziano ad essere dolorosi, per via dell’infiammazione dovuta alla presenza di microrganismi infettivi.
- Fase pustolosa
le papulepossono infettarsi trasformandosi in pustole per via del pus. Questa è la classica acne giovanile che colpisce la maggior parte degli adolescenti. Una forma sicuramente più severa dell’acne è quella conglobata, detta anche nodulo-cistica, la forma più grave di acne che sia sul viso che su schiena o busto: se non curata può lasciare cicatrici vistose.


Cosa causa l’acne e come curarla?

L’acne non sempre ha origine ormonale: spesso, infatti, può insorgere anche come sintomo che accompagna nelle donne la presenza di cisti ovariche, sintomo di un’alterazione ormonale. Inoltre anche diversi farmaci possono provocare episodi acneici: medicinali per la cura dell’epilessia e il carbonato di litio, il cortisone, l’acido folico. L’acne più leggera invece può essere causata anche da allergeni, vaselina, glicerina e lanolina presenti nei cosmetici e gli inquinanti: basta proteggere la pelle ed eliminare questi ingredienti dannosi per trovare subito rimedio.

Tra i vari rimedi esistono peeling, da applicare tramite terapia medica nei casi più deturpanti, la pillola nelle donne e gli ormoni, oppure gli antibiotici applicati in loco. Per queste terapie è sempre meglio consultare un medico. Se invece l’acne è leggera, possiamo trovare giovamento dall’esposizione moderata al sole, e detergere con particolari detergenti non schiumogeni per poi completare il trattamento con tonici astringenti privi di alcool. Inoltre, anche la fototerapia può dare giovamento: non è necessario recarsi in uno studio di trattamenti estetici, grazie ad alcuni dispositivi ad uso domestico che puoi trovarequi.

E tu, hai mai sofferto di acne? Con quali cure hai trovato rimedio e sollievo? Scrivilo nei nostri commenti!

giovedì 5 giugno 2014

Insonnia, il pomodoro come il caffè

Il pomodoro come il caffè, un nemico del sonno (anche se può far dimagrire). E' la conclusione a cui è arrivata la dietologa Shelly Redmont, autrice del best seller Eat Well and Be Fabulous, secondo la quale "se non riuscite a dormire la notte la colpa può essere di cosa mangiate di solito", pomodoro in primis. La dietologa spiega che i primi indiziati per l'insonnia sono "i cibi a base di pomodori", che possono avere "effetti equivalenti alla caffeina e alla soda, anche se spesso li sottovalutiamo". Infatti questi alimenti stimolerebbero mente e corpo rendendo più ostico addormentarsi e dormire.


Evviva la banana - Analoghe le conclusioni a cui è arrivata Colleed Moody, dietologa di Diet & Health, che spiega: "Mangiare la pasta al sugo prima di andare a dormire può avere conseguenze negative sul sonno". Questo perché il pomodoro "causa riflussi acidi e bruciori, che impediscono ad una persona di poter riposare tranquillamente". La dinamica, dunque, ha a che vedere con la digestione. E riguarda i pomodori tutti: verdi o rossi, crudi oppure cucinati. Ma il pomodoro, per contro positivo, se mangiato alla sera può aiutare a dimagrire e migliorare la condizione fisisca, tanto che alcuni dietologi li suggeriscono come unico tipo di alimentazione per un dato periodo. Infine, una informazione curiosa: oltre alle classiche tisane, anche le banane aiuterebbero a prendere sonno.

mercoledì 4 giugno 2014

Altro che dieta, scoperta la centralina nel cervello che spegne la fame

Altro che dieta, la fame la spegne il cervello: scoperta la centralina che spegne il desiderio di mangiare.
La scoperta, pubblicata su Nature dal gruppo coordinato da Richard Palmiter, dell'università di Washington a Seattle, potrebbe aiutare a mettere a punto nuove terapie per stimolare o sopprimere il senso di appetito e per curare in particolare i disturbi alimentari. La centralina è in un gruppo di cellule nervose che, quando funziona correttamente, ha il compito di frenare l'appetito dopo i pasti o quando non è sano mangiare, come per esempio durante una malattia o quando nel cibo si avverte la presenza di tossine. 



Questi neuroni si trovano in un'area chiamata nucleo parabrachiale del tronco encefalico, una regione che regola il gusto, l'apporto di sodio, il dolore, e già nota anche per il suo ruolo nel controllo dell'appetito ma finora non si era riusciti a comprendere quali fossero in modo preciso le cellule e i meccanismi coinvolti. La scoperta è stata condotta su topi geneticamente modificati in modo che i loro neuroni potessero essere attivati artificialmente colpendoli con la luce emessa da fibre ottiche impiantate nel cervello. L'attività delle cellule invece è stata bloccata a comando iniettando nei topi una sostanza chimica. In questo modo è stato scoperto che attivando questo gruppo di neuroni i topi non avevano più appetito, al contrario, spegnendoli, mangiavano di più. È stata identificata anche la molecola espressa da queste cellule, il peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp). «È un lavoro interessantissimo condotto con tecniche molto sofisticate che fornisce una conoscenza fondamentale per i disturbi del comportamento alimentare, come bulimia, anoressia e obesità» osserva il neurofisiologo Piergiorgio Strata, dell'università di Torino. Oltre a identificare con precisione i neuroni che silenziano la fame, i ricercatori hanno infatti scoperto che queste cellule hanno terminazioni nervose che arrivano all'amigdala, una struttura del cervello con cui comunicano e «che - spiega Strata - si attiva quando abbiamo paura o abbiamo un disagio legato alla sfera delle emozioni». In questo modo lo studio conferma la base neurologica dei disturbi alimentari e il loro collegamento con le emozioni e può aprire la strada a nuove cure per queste malattie. È importante, sottolinea Strata, aver identificato anche la molecola espressa da queste cellule perchè si conosce ancora più nello specifico il bersaglio che si potrebbe andare a colpire.

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