Gli scrub esfolianti infatti sono benefici soltanto se utilizzati nel modo giusto e soprattutto senza abusarne, perché esfoliare la pelle troppo frequentemente ed effettuare massaggi troppo aggressivi porta soltanto ad avere irritazioni cutanee. Le parole d’ordine devono sempre essere due: delicatezza e moderazione.Per poter scegliere il prodotto più idoneo alle vostre necessità la prima cosa da fare è distinguere quelli specifici per le guance, il mento, la fronte, da quelle destinati alle cosce o alla schiena.
Utilizzare uno scrub corpo sul viso, molto probabilmente vi porterebbe ad avere forti irritazioni della pelle. I prodotti per il corpo infatti sono decisamente più aggressivi di quelli destinati per la pelle del viso che è notoriamente delicata e sensibile. Viceversa i micro granuli dei prodotti per il viso non avrebbero alcuna efficacia sulla pelle più spessa delle gambe. Dopo aver scelto lo scrub giusto per le vostre esigenze ricordatevi che è importante non esagerare… mai applicarlo tutti i giorni!
Scrub letteralmente significa abrasione, attraverso questo genere di trattamenti è possibile rimuovere le cellule morte, rendendo così la pelle liscia e morbida al tatto.
Lo scrub viso deve essere effettuato con un massaggio morbido e delicato con acqua non troppo calda. Dopo il trattamento ricordatevi di applicare una crema idratante per avere un viso nutrito, giovane e luminoso.
Lo scrub corpo invece mira ad eliminare l’antiestetico effetto a buccia d’arancia, rendo così la pelle più liscia e compatta. Ovviamente non è l’unico trattamento che vi consentirà di ridurre il problema, ma lo scrub potrebbe essere perfetto prima dell’applicazione di un prodotto specifico per la rimozione della cellulite.
domenica 22 giugno 2014
Scrub viso e corpo - segreti per eliminare la pelle morta
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martedì 17 giugno 2014
La radiofrequenza nella depilazione: pelle finalmente liscia!
L’epilazione a radiofrequenza è perfetta per quelle zone nascoste o con peli sottili, ma poco estetici, di cui desideriamo sbarazzarci, come nella zona del mento, del collo oppure delle tempie. Inoltre, a differenza dell’epilazione a luce pulsata, la radiofrequenza può indebolire peli più scuri e più resistenti, non colpendo la melanina ma il bulbo pilifero che tende a indebolirsi fino a ricrescere sempre più debole.
I primi risultati si possono raggiungere dopo tre sedute, che vanno ripetute per un periodo determinato: la sua durata varia a seconda della robustezza del pelo. Ma quali zone si possono trattare? Vediamolo:
- Sopracciglia: per trattare le sopracciglia ci vuole una particolare attenzione. E’ sempre bene tenere presente che la moda cambia ed è consigliabile pertanto essere ben sicuri della forma che si vuole dare alla linea sopraciliare, prima di iniziare il trattamento. Questo trattamento risulta infatti progressivamente permanente e pertanto non permette di tornare indietro. Si consiglia, in questo caso, di iniziare dal centro della fronte (tra gli occhi); spostatevi poi al punto più esterno delle sopracciglia e trattate i peli dirigendovi verso il centro. Ricordatevi sempre che la pelle deve essere tesa durante la depilazione e che i peli devono essere rimossi seguendo il verso di crescita.
- Labbro superiore: per i “baffetti” si consiglia di iniziare dall’esterno e spostarsi gradualmente verso il centro delle labbra. I follicoli sui lati delle labbra tendono a essere più profondi di quelli verso il centro, pertanto per i peli verso l’esterno sarà necessario un tempo di trattamento più lungo che per i peli che si trovano verso il centro. Ricordarsi di tenere tesa la pelle con la mano; se ciò risultasse poco agevole o scomodo, potrebbe essere d’aiuto un bastoncino rivestito d’ovatta per eseguire questa operazione.
- Ascelle: i peli in questa zona crescono normalmente in diverse direzioni; è importante fare attenzione, quindi, a rimuoverli nella direzione di crescita! Se i peli risultano troppo spessi e profondi, è possibile fare degli impacchi caldi per aprire leggermente i follicoli.
- Seno: può essere normale che alcuni peli crescano sul seno. Questa zona va trattata come qualsiasi altra parte del corpo. Assicurarsi che i peli siano della lunghezza consigliata (3-5mm), che siano trattati per un tempo sufficiente e rimossi nella direzione di crescita del pelo.
- Bikini: i peli in quest’area sono normalmente spessi e quasi sempre molto profondi. In questo caso può essere necessario fare impacchi caldi per poter aprire leggermente il follicolo. Assicurarsi che la pelle sia asciutta prima di iniziare il trattamento. Iniziare dall’esterno della linea bikini e spostatesi gradualmente verso il centro, rimuovendo il pelo nel verso di crescita. Assicurarsi che la durata del trattamento sia sufficiente.
- Gambe: assicurarsi che i peli siano della lunghezza consigliata (3-5mm). Se i peli risultano troppo spessi e profondi, è possibile fare degli impacchi caldi per aprire leggermente i follicoli.
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lunedì 16 giugno 2014
Oli essenziali: proprietà e usi
Gli oli essenziali, quindi non possono essere estratti da tutte le piante ma solamente da quelle cosidette aromatiche, e rapprensenza l’essenza stessa della pianta, il profumo che si sprigiona, quando ad esempio tritate il rosmarino o sbucciate un’arancia, che attraverso un trattamento di distillazione o spremitura meccanica producono l’olio essenziale.
Questo profumo non veicola solo le molecole aromatiche, ma racchiude sostanze chimiche che possiedono proprietà terapeutiche importanti: antisettiche, anti-virali, rilassanti o cicatrizzanti.
Gli oli essenziali in commercio oggi sono un prodotto relativamente moderno, infatti seppure il concetto di estrazione mediante vapore, risalga a più di mille anni fa, non era mai stato applicato per la realizzazione di oli essenziali ma solo per la creazione di acque aromatiche.
E’ possibile ricavare un olio essenziale attraverso differenti metodi a seconda del vegetale utilizzato:
Gli oli essenziali sono solitamente venduti in piccoli flaconcini di vetro con dosatore a gocce, per permettere di dosarli e successivamente diluirli prima del loro utilizzo in quanto, allo stato puro, hanno proprietà irritative nei confronti delle mucose.
Nel momento in cui annusiamo il profumo emanato da una pianta, questo viene immediatamente trasformato in impulso elettrico e recepito dal cervello, senza essere filtrate dal centro recettore del talamo, legandosi ad un’impressione olfattiva richiamando emozioni più o meno belle, ed evocando ricordi passati in maniera molto più vivida rispetto ad un’immagine o ad un suono.
Oli essenziali: usi
Gli oli essenziali vengono molto spesso utilizzati inaromaterapia per riequilibrare la sfera psichica ed emozionale. Le applicazioni in questo ambito possono essere la diffusione ambientale, i bagni aromatici, i suffumigi, saune. Una volta inalati raggiungono i polmoni, penetrano nei capillari posti sotto la loro superficie e, attraverso questi, si diffondo nei vasi sanguigni maggiori, che le distribuiscono a tutto l’organismo.
Le molecole degli oli essenziali hanno molta affinità con i tessuti del corpo umano, riuscendo a penetrare con facilità nella cute, e per questo vengono utilizzati anche per uso topico, mediante massaggi, bagni, docce etc.. .
Gli oli essenziali si possono assumere anche per via orale diluendone due gocce nel miele, in quanto pur possendo differenti proprietà specifiche (balsamico, rubefacente, digestivo, cicatrizzante e rilassante, depurativo) sono tutti degli antisettici e antibatterici in grado di sostenere le nostre difese immunitarie.
Gli oli essenziali in commercio oggi sono un prodotto relativamente moderno, infatti seppure il concetto di estrazione mediante vapore, risalga a più di mille anni fa, non era mai stato applicato per la realizzazione di oli essenziali ma solo per la creazione di acque aromatiche.
E’ possibile ricavare un olio essenziale attraverso differenti metodi a seconda del vegetale utilizzato:
- distillazione: si invia il vapore acqueo sulla pianta e si produce l’olio essenziale che viene recuperato da un apparecchio speciale per il raffreddamento.
- spremitura: si pressa la parte della pianta dalla quale si desiderano ricavare le essenze.
Gli oli essenziali sono solitamente venduti in piccoli flaconcini di vetro con dosatore a gocce, per permettere di dosarli e successivamente diluirli prima del loro utilizzo in quanto, allo stato puro, hanno proprietà irritative nei confronti delle mucose.
Nel momento in cui annusiamo il profumo emanato da una pianta, questo viene immediatamente trasformato in impulso elettrico e recepito dal cervello, senza essere filtrate dal centro recettore del talamo, legandosi ad un’impressione olfattiva richiamando emozioni più o meno belle, ed evocando ricordi passati in maniera molto più vivida rispetto ad un’immagine o ad un suono.
Oli essenziali: usi
Gli oli essenziali vengono molto spesso utilizzati inaromaterapia per riequilibrare la sfera psichica ed emozionale. Le applicazioni in questo ambito possono essere la diffusione ambientale, i bagni aromatici, i suffumigi, saune. Una volta inalati raggiungono i polmoni, penetrano nei capillari posti sotto la loro superficie e, attraverso questi, si diffondo nei vasi sanguigni maggiori, che le distribuiscono a tutto l’organismo.
Le molecole degli oli essenziali hanno molta affinità con i tessuti del corpo umano, riuscendo a penetrare con facilità nella cute, e per questo vengono utilizzati anche per uso topico, mediante massaggi, bagni, docce etc.. .
Gli oli essenziali si possono assumere anche per via orale diluendone due gocce nel miele, in quanto pur possendo differenti proprietà specifiche (balsamico, rubefacente, digestivo, cicatrizzante e rilassante, depurativo) sono tutti degli antisettici e antibatterici in grado di sostenere le nostre difese immunitarie.
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Acne: cause e rimedi
L’acne è una patologia di infiammazione che coinvolge l’intero derma. Spesso è fastidiosa, dolorosa e di diverse tipologie:
l’attività delle ghiandole sebacee aumenta e si formano accumuli di sebo che ostruiscono il dotto pilifero e i pori. L’acne in genere ha una causa o un fattore scatenante, che può essere di origine ormonale oppure può essere uno “sfogo” di natura allergica. Vediamo insieme quali
Quando colpisce l’acne?
Questa patologia in genere colpisce gli adolescenti tra i 13 e i 20 anni, ma può persistere anche in età adulta, oppure comparire dopo i 25 anni: in genere l’acne è legata alla produzione degli ormoni sessuali, e per questo può resistere alle cure oppure perdurare negli anni. Inoltre si presenta con maggiore frequenza nei cambi di stagione, specie in primavera o in concomitanza con le stagioni di fioritura e dei pollini.
Quanti tipi di acne esistono?
L’acne in genere è di un solo tipo, quello che cambia sono le fasi di infiammazione. Vediamole insieme:
Tre stadi di evoluzione
L’acne ha un andamento progressivo, che si manifesta attraverso vari stadi in base alla sua serietà.
- Fase comedonica
Sarebbe la prima fase della malattia, con lievi lesioni o “comedoni”: piccoli tappi di sebo che bloccano i pori e il canale del bulbo pilifero. Sono i cosiddetti “punti neri” e generalmente rappresentano l’imperfezione più comune.
- Fase infiammatoria
la ghiandola sebacea può poi infiammarsi: sulla pelle compaiono foruncoli dal colore rossastro detti papule e che iniziano ad essere dolorosi, per via dell’infiammazione dovuta alla presenza di microrganismi infettivi.
- Fase pustolosa
le papulepossono infettarsi trasformandosi in pustole per via del pus. Questa è la classica acne giovanile che colpisce la maggior parte degli adolescenti. Una forma sicuramente più severa dell’acne è quella conglobata, detta anche nodulo-cistica, la forma più grave di acne che sia sul viso che su schiena o busto: se non curata può lasciare cicatrici vistose.
Cosa causa l’acne e come curarla?
Tra i vari rimedi esistono peeling, da applicare tramite terapia medica nei casi più deturpanti, la pillola nelle donne e gli ormoni, oppure gli antibiotici applicati in loco. Per queste terapie è sempre meglio consultare un medico. Se invece l’acne è leggera, possiamo trovare giovamento dall’esposizione moderata al sole, e detergere con particolari detergenti non schiumogeni per poi completare il trattamento con tonici astringenti privi di alcool. Inoltre, anche la fototerapia può dare giovamento: non è necessario recarsi in uno studio di trattamenti estetici, grazie ad alcuni dispositivi ad uso domestico che puoi trovarequi.
E tu, hai mai sofferto di acne? Con quali cure hai trovato rimedio e sollievo? Scrivilo nei nostri commenti!
l’attività delle ghiandole sebacee aumenta e si formano accumuli di sebo che ostruiscono il dotto pilifero e i pori. L’acne in genere ha una causa o un fattore scatenante, che può essere di origine ormonale oppure può essere uno “sfogo” di natura allergica. Vediamo insieme quali
tipologie di acne esistono:
Quando colpisce l’acne?
Questa patologia in genere colpisce gli adolescenti tra i 13 e i 20 anni, ma può persistere anche in età adulta, oppure comparire dopo i 25 anni: in genere l’acne è legata alla produzione degli ormoni sessuali, e per questo può resistere alle cure oppure perdurare negli anni. Inoltre si presenta con maggiore frequenza nei cambi di stagione, specie in primavera o in concomitanza con le stagioni di fioritura e dei pollini.
Quanti tipi di acne esistono?
Tre stadi di evoluzione
L’acne ha un andamento progressivo, che si manifesta attraverso vari stadi in base alla sua serietà.
- Fase comedonica
Sarebbe la prima fase della malattia, con lievi lesioni o “comedoni”: piccoli tappi di sebo che bloccano i pori e il canale del bulbo pilifero. Sono i cosiddetti “punti neri” e generalmente rappresentano l’imperfezione più comune.
- Fase infiammatoria
la ghiandola sebacea può poi infiammarsi: sulla pelle compaiono foruncoli dal colore rossastro detti papule e che iniziano ad essere dolorosi, per via dell’infiammazione dovuta alla presenza di microrganismi infettivi.
- Fase pustolosa
le papulepossono infettarsi trasformandosi in pustole per via del pus. Questa è la classica acne giovanile che colpisce la maggior parte degli adolescenti. Una forma sicuramente più severa dell’acne è quella conglobata, detta anche nodulo-cistica, la forma più grave di acne che sia sul viso che su schiena o busto: se non curata può lasciare cicatrici vistose.
L’acne non sempre ha origine ormonale: spesso, infatti, può insorgere anche come sintomo che accompagna nelle donne la presenza di cisti ovariche, sintomo di un’alterazione ormonale. Inoltre anche diversi farmaci possono provocare episodi acneici: medicinali per la cura dell’epilessia e il carbonato di litio, il cortisone, l’acido folico. L’acne più leggera invece può essere causata anche da allergeni, vaselina, glicerina e lanolina presenti nei cosmetici e gli inquinanti: basta proteggere la pelle ed eliminare questi ingredienti dannosi per trovare subito rimedio.
Tra i vari rimedi esistono peeling, da applicare tramite terapia medica nei casi più deturpanti, la pillola nelle donne e gli ormoni, oppure gli antibiotici applicati in loco. Per queste terapie è sempre meglio consultare un medico. Se invece l’acne è leggera, possiamo trovare giovamento dall’esposizione moderata al sole, e detergere con particolari detergenti non schiumogeni per poi completare il trattamento con tonici astringenti privi di alcool. Inoltre, anche la fototerapia può dare giovamento: non è necessario recarsi in uno studio di trattamenti estetici, grazie ad alcuni dispositivi ad uso domestico che puoi trovarequi.
E tu, hai mai sofferto di acne? Con quali cure hai trovato rimedio e sollievo? Scrivilo nei nostri commenti!
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giovedì 5 giugno 2014
Insonnia, il pomodoro come il caffè
Il pomodoro come il caffè, un nemico del sonno (anche se può far dimagrire). E' la conclusione a cui è arrivata la dietologa Shelly Redmont, autrice del best seller Eat Well and Be Fabulous, secondo la quale "se non riuscite a dormire la notte la colpa può essere di cosa mangiate di solito", pomodoro in primis. La dietologa spiega che i primi indiziati per l'insonnia sono "i cibi a base di pomodori", che possono avere "effetti equivalenti alla caffeina e alla soda, anche se spesso li sottovalutiamo". Infatti questi alimenti stimolerebbero mente e corpo rendendo più ostico addormentarsi e dormire.
Evviva la banana - Analoghe le conclusioni a cui è arrivata Colleed Moody, dietologa di Diet & Health, che spiega: "Mangiare la pasta al sugo prima di andare a dormire può avere conseguenze negative sul sonno". Questo perché il pomodoro "causa riflussi acidi e bruciori, che impediscono ad una persona di poter riposare tranquillamente". La dinamica, dunque, ha a che vedere con la digestione. E riguarda i pomodori tutti: verdi o rossi, crudi oppure cucinati. Ma il pomodoro, per contro positivo, se mangiato alla sera può aiutare a dimagrire e migliorare la condizione fisisca, tanto che alcuni dietologi li suggeriscono come unico tipo di alimentazione per un dato periodo. Infine, una informazione curiosa: oltre alle classiche tisane, anche le banane aiuterebbero a prendere sonno.
mercoledì 4 giugno 2014
Altro che dieta, scoperta la centralina nel cervello che spegne la fame
Altro che dieta, la fame la spegne il cervello: scoperta la centralina che spegne il desiderio di mangiare.
La scoperta, pubblicata su Nature dal gruppo coordinato da Richard Palmiter, dell'università di Washington a Seattle, potrebbe aiutare a mettere a punto nuove terapie per stimolare o sopprimere il senso di appetito e per curare in particolare i disturbi alimentari. La centralina è in un gruppo di cellule nervose che, quando funziona correttamente, ha il compito di frenare l'appetito dopo i pasti o quando non è sano mangiare, come per esempio durante una malattia o quando nel cibo si avverte la presenza di tossine.
La scoperta, pubblicata su Nature dal gruppo coordinato da Richard Palmiter, dell'università di Washington a Seattle, potrebbe aiutare a mettere a punto nuove terapie per stimolare o sopprimere il senso di appetito e per curare in particolare i disturbi alimentari. La centralina è in un gruppo di cellule nervose che, quando funziona correttamente, ha il compito di frenare l'appetito dopo i pasti o quando non è sano mangiare, come per esempio durante una malattia o quando nel cibo si avverte la presenza di tossine.
Questi neuroni si trovano in un'area chiamata nucleo parabrachiale del tronco encefalico, una regione che regola il gusto, l'apporto di sodio, il dolore, e già nota anche per il suo ruolo nel controllo dell'appetito ma finora non si era riusciti a comprendere quali fossero in modo preciso le cellule e i meccanismi coinvolti. La scoperta è stata condotta su topi geneticamente modificati in modo che i loro neuroni potessero essere attivati artificialmente colpendoli con la luce emessa da fibre ottiche impiantate nel cervello. L'attività delle cellule invece è stata bloccata a comando iniettando nei topi una sostanza chimica. In questo modo è stato scoperto che attivando questo gruppo di neuroni i topi non avevano più appetito, al contrario, spegnendoli, mangiavano di più. È stata identificata anche la molecola espressa da queste cellule, il peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp). «È un lavoro interessantissimo condotto con tecniche molto sofisticate che fornisce una conoscenza fondamentale per i disturbi del comportamento alimentare, come bulimia, anoressia e obesità» osserva il neurofisiologo Piergiorgio Strata, dell'università di Torino. Oltre a identificare con precisione i neuroni che silenziano la fame, i ricercatori hanno infatti scoperto che queste cellule hanno terminazioni nervose che arrivano all'amigdala, una struttura del cervello con cui comunicano e «che - spiega Strata - si attiva quando abbiamo paura o abbiamo un disagio legato alla sfera delle emozioni». In questo modo lo studio conferma la base neurologica dei disturbi alimentari e il loro collegamento con le emozioni e può aprire la strada a nuove cure per queste malattie. È importante, sottolinea Strata, aver identificato anche la molecola espressa da queste cellule perchè si conosce ancora più nello specifico il bersaglio che si potrebbe andare a colpire.
venerdì 30 maggio 2014
Viso, crema intima usata da anti-age: boom di vendite
È il prodotto anti-rughe più ricercato del momento e anche il più insolito. Si tratta di una crema ideata inizialmente per migliorare l'elasticità delle zone intime in gravidanza e in menopausa. Ma le vendite sono aumentate vertiginosamente dopo la scoperta delle proprietà antiaging per il viso, condivisa nei forum online.
A Roma le vendite delle due tipologie di prodotto, per gravidanza e per menopausa, sono triplicate dal mese di gennaio a quello di febbraio e in aprile sono cresciute di 10 volte rispetto all'inizio dell'anno. «Si tratta sicuramente di una moda, che però non ha particolari controindicazioni - spiega Leonardo Celleno, dermatologo dell'Università Cattolica di Roma -. Si tratta di un'ottima crema, perché contiene collagene, acido ialuronico e isoflavoni di soia. Sostanze, quindi, che vanno bene per la pelle femminile. In più ci sono le vitamine A, E, C. Un prodotto completo. E così come fa bene all'area perigenitale, può anche andar bene per altre aree del corpo, viso compreso. Per avere ottimi prodotti antirughe, però, non c'è bisogno di ricorrere a questa particolare crema, perché ne esistono molti, altrettanto validi, realizzati per il viso, che hanno una consistenza più adatta. La crema vaginale, infatti, è più appiccicosa».
Nessun danno per la salute a causa dell'uso improprio, dunque, ma nemmeno un'azione miracolosa collegata al prodotto: «Si tratta di piccole manie, lanciate dall'uso di qualche vip - conclude il dermatologo -. A volte questo tipo di imitazione può essere pericoloso e serve fare attenzione, ma in questo caso non ci sono rischi».
Nessun danno per la salute a causa dell'uso improprio, dunque, ma nemmeno un'azione miracolosa collegata al prodotto: «Si tratta di piccole manie, lanciate dall'uso di qualche vip - conclude il dermatologo -. A volte questo tipo di imitazione può essere pericoloso e serve fare attenzione, ma in questo caso non ci sono rischi».
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giovedì 22 maggio 2014
Come tornare in forma dopo la gravidanza
Abbiamo parlato con James King, personal trainer esperto in esercizi post-parto, per capire l'allenamento più efficace a cui sottoporsi dopo la gravidanza.
domenica 18 maggio 2014
La carne rossa fa male alla salute? Un gene aumenta il rischio di cancro
Da tempo si discute sul fatto se la carne rossa faccia realmente male alla salute. Ora è stato scoperto un gene che aumenta il rischio di cancro al colon retto La scoperta è stata presentata al meeting annuale della American Society of Human Genetics 2013 in corso a Boston.
Condotto da Jane Figueiredo dell'Università della California Meridionale, lo studio ha messo in evidenza anche un secondo gene che, al contrario, riduce il rischio di tumore se gli individui portatori consumano tanta frutta e verdura. Il rischio di cancro del colon-retto dipende anche dall'alimentazione ed è noto che un consumo smodato di carni rosse, specie se molto lavorate come le salsicce, può aumentarlo. Ma in questo studio si è scoperto soprattutto che alcuni individui sono geneticamente ancora più suscettibili di altri al tumore quando consumano troppa carne rossa. Gli esperti hanno studiato 2,7 milioni di sequenze genetiche nel Dna di 9.287 pazienti col tumore e 9.117 soggetti sani di controllo. Hanno così visto che nei soggetti portatori di una certa mutazione il rischio tumore associato al consumo di carne è molto più elevato: si tratta della mutazione 'rs4143094' in una regione del cromosoma 10 che include anche il gene GATA3, già noto per essere collegato a vari tipi di cancro. E' stata trovata anche un'altra mutazione sul cromosoma 8 che riduce invece il rischio tumore del colon di molto se il soggetto portatore della mutazione consuma molta frutta e verdura. Secondo gli scienziati queste scoperte mostrano come con la genomica si può arrivare a ''prescrivere'' delle diete personalizzate per ridurre il più possibile il rischi di certe malattie.
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sabato 10 maggio 2014
Ecco l’integratore in aiuto del ‘benessere’ della pelle
Una prodotto per l’eczema (o dermatite atopica), patologia delle pelle a base infiammatoria con andamento cronico e recidivante
La dermatite atopica può colpire gli adulti ma soprattutto i bambini con manifestazioni cutanee fastidiose che possono interferire sulla vita sociale e di relazione di chi ne soffre. La pelle appare secca, desquamata e arrossata e associata quasi sempre a prurito anche intenso.
La dermatite atopica può colpire gli adulti ma soprattutto i bambini con manifestazioni cutanee fastidiose che possono interferire sulla vita sociale e di relazione di chi ne soffre. La pelle appare secca, desquamata e arrossata e associata quasi sempre a prurito anche intenso.
Si manifesta su viso, braccia e gambe, tronco e si accompagna ad una alterazione delle funzioni di barriera della cute che non è più integra. Recenti studi evidenziano che il difetto di barriera è presente anche a livello della mucosa intestinale dove la microflora intestinale contribuisce alla funzione di barriera della mucosa e stabilizza la permeabilità intestinale. Secondo uno studio Doxa condotto su dermatologi e pediatri, i bambini colpiti da dermatite atopica rappresentano mediamente il 5% dei pazienti pediatrici e l’11% dei pazienti che si rivolgono al dermatologo. La fascia più colpita è quella entro i cinque anni di età.
Un problema anche per le mamme. Dalle testimonianze raccolte in un’indagine Bayer su mamme di bambini con dermatite atopica emerge un senso di frustrazione per la mancanza di una cura risolutiva e per il carattere recidivo della malattia e una conseguente sfiducia nei confronti della terapia che attualmente prevede l’impiego di prodotti a uso topico a base di cortisonici ed emollienti e all’occorrenza di antistaminici. La permeabilità intestinale, la funzione barriera della mucosa intestinale e la risposta immunologica che ne deriva giocano un ruolo chiave nell’andamento della dermatite atopica: quando questi fattori risultano alterati (permeabilità aumentata, funzione di barriera compromessa, risposta immunologica sbilanciata) possono presentarsi diverse problematiche, dalle allergie alle manifestazioni cutanee dell’atopia. Diversi studi hanno dimostrato che i probiotici riducono l’estensione, la severità e i sintomi soggettivi dell’eczema nei bambini infanti. In questa cornice si inserisce la ricerca che ha portato alla realizzazione di un nuovo probiotico: Bifiderm. Frutto di una ricerca durata sei anni e condotta nei laboratori della Probiotical di Novara, Bifiderm è la combinazione di due ceppi probiotici, il Lactobacillus Salivarius LS01 e il Bifidobacterius Breve BR03, brevettati e selezionati per la loro capacità di colonizzare l’intestino. Emilio Bellantoni, Head of Business Unit Dermatology di Bayer osserva: “Bayer, presente in 156 Paesi al mondo, ha scelto Bifiderem perché si tratta di un prodotto innovativo i cui effetti sono dimostrati da studi clinici. I pazienti affetti da oggi chiedono risposte efficaci. Bayer e Probiotical oggi possono offrire un prodotto davvero efficace e sicuro”.
Curare la pelle... dall'intestino. Bifiderm aiuta a ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale. Quando la microflora intestinale risulta alterata a causa di fattori alimentari, organici o assunzione di antibiotici può risentirne il benessere della pelle. Lorenzo Drago, direttore del Laboratorio Analisi Cliniche e Microbiologiche IRCCS Istituto Galeazzi, Dipartimento scienze Biomediche per la Salute Università di Milano dichiara: “Si fatica a credere che una patologia della pelle si possa curare a livello intestinale. Gli studi effettuati hanno evidenziato che il difetto di barriera della pelle alla base della Da è presente anche a livello della mucosa intestinale dove la microflora contribuisce alla funzione di barriera e stabilizza la permeabilità intestinale. Bifiderm diminuisce la permeabilità intestinale, ha un’azione dimostrata sull’evoluzione positiva del punteggio SCORAD (che valuta i parametri clinici della Da) e sull’indice DLQ (qualità della vita), diminuisce la carica stafilococcica che aumenta l’infiammazione eritemica, modula l’assetto immunologico, con un effetto riequilibrante del rapporto Th1/Th2 e una regolazione del rapporto Th17/Treg, e riduce la percentuale di cellule T attivate”.
Curare la pelle... dall'intestino. Bifiderm aiuta a ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale. Quando la microflora intestinale risulta alterata a causa di fattori alimentari, organici o assunzione di antibiotici può risentirne il benessere della pelle. Lorenzo Drago, direttore del Laboratorio Analisi Cliniche e Microbiologiche IRCCS Istituto Galeazzi, Dipartimento scienze Biomediche per la Salute Università di Milano dichiara: “Si fatica a credere che una patologia della pelle si possa curare a livello intestinale. Gli studi effettuati hanno evidenziato che il difetto di barriera della pelle alla base della Da è presente anche a livello della mucosa intestinale dove la microflora contribuisce alla funzione di barriera e stabilizza la permeabilità intestinale. Bifiderm diminuisce la permeabilità intestinale, ha un’azione dimostrata sull’evoluzione positiva del punteggio SCORAD (che valuta i parametri clinici della Da) e sull’indice DLQ (qualità della vita), diminuisce la carica stafilococcica che aumenta l’infiammazione eritemica, modula l’assetto immunologico, con un effetto riequilibrante del rapporto Th1/Th2 e una regolazione del rapporto Th17/Treg, e riduce la percentuale di cellule T attivate”.
giovedì 8 maggio 2014
Capelli bruciati dal sole. Scopri come curare i tuoi capelli con maschere ed impacchi fai-da-te
Impacchi e rimedi fai-da-te per la cura dei capelli in Estate
In Estate i capelli sono sottoposti ad un notevole stress. Sole, temperature elevate, raggi ultravioletti, salsedine e cloro sono le cause principali dei problemi tipicamente estivi della nostra chioma. Prova i rimedi naturali più efficaci per far tornare i tuoi capelli belli e sani in poche mosse.
I rimedi fai-da-te, a base di ingredienti naturali e poco aggressivi, sono la migliore cura per i capelli provati dal caldo torrido, dagli attacchi delle radiazioni solari e dai tuffi in mare.
Scopri come curare i tuoi capelli in Estate con maschere ed impacchi fai-da-te.
Impacco ristrutturante per capelli bruciati dal sole - In Estate quello dei capelli bruciati dal sole è uno dei problemi più diffusi.
In Estate i capelli sono sottoposti ad un notevole stress. Sole, temperature elevate, raggi ultravioletti, salsedine e cloro sono le cause principali dei problemi tipicamente estivi della nostra chioma. Prova i rimedi naturali più efficaci per far tornare i tuoi capelli belli e sani in poche mosse.
I rimedi fai-da-te, a base di ingredienti naturali e poco aggressivi, sono la migliore cura per i capelli provati dal caldo torrido, dagli attacchi delle radiazioni solari e dai tuffi in mare.
Impacco ristrutturante per capelli bruciati dal sole - In Estate quello dei capelli bruciati dal sole è uno dei problemi più diffusi.
Per ristrutturare la chioma stressata dal caldo e dagli attacchi delle radiazioni solari, mescola 2 cucchiai di olio di Oliva, 2 cucchiai di olio di Semi di Lino e mezzo vasetto di yogurt bianco.
Dopo aver mescolato bene, applica l’impacco su tutta la capigliatura. Massaggia bene il cuoio capelluto e tutta la lunghezza dei capelli. Lascia agire per 20 minuti prima di risciacquare.
Dopo aver mescolato bene, applica l’impacco su tutta la capigliatura. Massaggia bene il cuoio capelluto e tutta la lunghezza dei capelli. Lascia agire per 20 minuti prima di risciacquare.
Impacco per capelli secchi e opachi - Se dopo la tua vacanza al mare, oltre che con una bella tintarella, ti ritrovi con una chioma sfibrata, secca e opaca, questo è l’impacco che fa per te.
Metti in una ciotola 2 cucchiai di Miele e 2 cucchiai di olio di Jojoba. Mescola bene e applica l’impacco sui capelli asciutti, lasciando agire per 15-20 minuti. Risciacqua con acqua tiepida, usando se necessario una noce di shampoo delicato.
Maschera fai-da-te per capelli rovinati dalla salsedine o dal cloro - La salsedine è il nemico numero uno dei capelli in Estate. Già stressati dal sole, i capelli vengono messi a dura prova anche dai tuffi in mare. Per non parlare dei danni del cloro sulla capigliatura!
Per rinforzare e nutrire a fondo i capelli, prepara una maschera fai-da-te con 2 cucchiai di olio extravergine di Oliva, 1 cucchiaio il Miele d’acacia e 1 Uovo. Sbatti bene il composto ed applicalo sui capelli umidi. Aspetta 15 minuti, risciacqua ed il gioco è fatto!
Impacco doposole per capelli secchi e sfibrati - Per prepararlo ti serviranno 2 cucchiai di olio di Monoi, 1 cucchiaio di balsamo (va bene quello che usi normalmente dopo lo shampoo) e 30 grammi di burro.
Sciogli il burro in un pentolino, aggiungi l’olio di Monoi e mescola bene. Una volta freddo, aggiungi al composto il balsamo e mescola ancora. Riponi il tuo impacco naturale per capelli in un contenitore dotato di chiusura ermetica e usalo quando torni dalla spiaggia.
Applica il prodotto sui capelli asciutti, senza tralasciare il cuoio capelluto. Massaggia bene le punte dei capelli, che sono la zona più a rischio in Estate. A questo punto raccogli i capelli in uno chignon e coprili con una cuffia da doccia. Lascia agire l’impacco mezz’oretta e procedi con lo shampoo, come di consueto.
Metti in una ciotola 2 cucchiai di Miele e 2 cucchiai di olio di Jojoba. Mescola bene e applica l’impacco sui capelli asciutti, lasciando agire per 15-20 minuti. Risciacqua con acqua tiepida, usando se necessario una noce di shampoo delicato.
Maschera fai-da-te per capelli rovinati dalla salsedine o dal cloro - La salsedine è il nemico numero uno dei capelli in Estate. Già stressati dal sole, i capelli vengono messi a dura prova anche dai tuffi in mare. Per non parlare dei danni del cloro sulla capigliatura!
Per rinforzare e nutrire a fondo i capelli, prepara una maschera fai-da-te con 2 cucchiai di olio extravergine di Oliva, 1 cucchiaio il Miele d’acacia e 1 Uovo. Sbatti bene il composto ed applicalo sui capelli umidi. Aspetta 15 minuti, risciacqua ed il gioco è fatto!
Impacco doposole per capelli secchi e sfibrati - Per prepararlo ti serviranno 2 cucchiai di olio di Monoi, 1 cucchiaio di balsamo (va bene quello che usi normalmente dopo lo shampoo) e 30 grammi di burro.
Sciogli il burro in un pentolino, aggiungi l’olio di Monoi e mescola bene. Una volta freddo, aggiungi al composto il balsamo e mescola ancora. Riponi il tuo impacco naturale per capelli in un contenitore dotato di chiusura ermetica e usalo quando torni dalla spiaggia.
Applica il prodotto sui capelli asciutti, senza tralasciare il cuoio capelluto. Massaggia bene le punte dei capelli, che sono la zona più a rischio in Estate. A questo punto raccogli i capelli in uno chignon e coprili con una cuffia da doccia. Lascia agire l’impacco mezz’oretta e procedi con lo shampoo, come di consueto.
lunedì 5 maggio 2014
Stanchezza di primavera: sì alla dieta dei colori
Del resto la cromoterapia ha origini antichissime, in India la medicina ayurvedica associa i colori all'influenza che questi esercitano sui chakra; anche la medicina cinese utilizza i colori per curare molte malattie. Più scientificamente è stato dimostrato che i fitopigmenti, le sostanze responsabili del colore degli alimenti, hanno proprietà specifiche in grado di arginare vari disturbi e proteggere l'organismo.
Il colore rosso, quello di arance, peperoni, melograno, pomodori e fragole ha effetti antiossidanti e protegge la pelle da eritemi e invecchiamento. Gli alimenti di colore verde (cavoli, rucola e spinaci ma anche fave e piselli), aiutano a combattere l'influenza e favoriscono la circolazione, quelli di colore viola (mirtilli, prugne, uva e fichi), a curare le patologie cardiovascolari.
Il bianco di aglio, pere e mandorle combatte il colesterolo cattivo, il giallo-arancio di carote, albicocche e zucche contiene le indispensabili vitamine A, B e C mentre il marrone di cioccolato e legumi e il grigio tenue della crusca sono importanti fonti di magnesio.
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martedì 22 aprile 2014
Curare i piedi con l'aglio
L'aglio può essere utile per il nostro organismo ma non solo, lo è infatti, anche per il piede d'atleta, un'infezione micotica contagiosa che si sviluppa alle estremità inferiori. Meglio utilizzare un prodotto a base di ajoene ( il principio attivo dell'aglio contro i problemi micotici ), perchè gli spicchi crudi schiacciati possono causare irritazioni. In caso di verruche, cercate di applicare ogni sera uno spicchio schiacciato che fisserete con un cerotto. L'operazione va ripetuta per diverse settimane di seguito.
venerdì 28 marzo 2014
L'Edera Per Combattere La Cellulite
Si ritorna a parlare della fastidiosa cellulite,questo fastidioso antiestetico problema che colpisce soprattutto le donne.Spendiamo tanti soldi per creme,massaggi e tutto ciò che può aiutarci a risolvere questo problema ,senza sapere che la soluzione ce l'abbiamo sotto gli occhi,che oltre a non spendere un centesimo è un vero toccasana per combattere la cellulite,stiamo parlando dell'edera,che possiamo trovare facilmente in qualsiasi giardino o basta andare nelle campagne.
Tutto quello che ci serve è una bella manciata di foglie per fare un buon bagno anticellulite,come si prepara? Semplicissimo,prendete delle foglie di edera mettetele a bollire in bezzo litro di acqua per circa 5/6 minuti dopodichè filtrate il tutto e versatelo nella vasca da bagno precedentemente riempita di acqua calda e restateci in ammollo per circa 15 minuti,ripetere questa operazione almeno una volta a settimana e noterete che la cellulite andrà pian piano scomparendo,grazie alle proprietà dell'edera,che aiutano a rassodare e tonificare il nostro corpo.Volendo il decotto di edera potete anche preparalo in dosi maggiori e con un asciugamano imbevuto del decotto potete tamponare la parte del corpo colpita dalla cellulite ogni sera prima di andare a letto.
Tutto quello che ci serve è una bella manciata di foglie per fare un buon bagno anticellulite,come si prepara? Semplicissimo,prendete delle foglie di edera mettetele a bollire in bezzo litro di acqua per circa 5/6 minuti dopodichè filtrate il tutto e versatelo nella vasca da bagno precedentemente riempita di acqua calda e restateci in ammollo per circa 15 minuti,ripetere questa operazione almeno una volta a settimana e noterete che la cellulite andrà pian piano scomparendo,grazie alle proprietà dell'edera,che aiutano a rassodare e tonificare il nostro corpo.Volendo il decotto di edera potete anche preparalo in dosi maggiori e con un asciugamano imbevuto del decotto potete tamponare la parte del corpo colpita dalla cellulite ogni sera prima di andare a letto.
sabato 8 marzo 2014
Vincere le rughe con noci e salsa di pomodoro cruda
A tavola non si invecchia. D'accordo. Ma quali sono i cibi paladini della giovinezza? Come combinarli tra loro? Come cuocerli? Quanti consumarne al giorno? Che la strategia antinvecchiamento passi per l'alimentazione lo sappiamo da tempo.
Ma Pucci Romano, Gabriella Fabbrocini e Lorella Cuccarini si sono prese la briga di indicare ricette e consigli per una pelle giovne e sana in un libro edito dalla Giunti che, tra una crema di pomodori con cipolla (o aglio) e basilico - mista a dadini di tofu affumicato - o una frittata di uova di quaglia con asparagi e maggiorana, indica le regole base per una sana alimentazione a prova di ruga.
Vi piace il pomodoro? È unico nel mettere ko l'ossigeno singoletto, che è un radicale, ossia una molecola molto reattiva. Preferite le verdure? Assumetene al giorno almeno 6 porzioni miste alla frutta, così distribuite: 250 g per le verdure da cuocere, 100 g per quelle da mangiare crude, 1 frutto grande come l'arancia o la mela, o 150 g di frutta piccola. Consigliata anche la salsa di pomodoro cruda, da assumere insieme ai legumi, ai cereali integrali e ai semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, sesamo, pinoli e girasoli): purché freschi e non salati.
Ma chi sono i veri responsabili dell’invecchiamento? «L’invecchiamento della pelle è imputabile ai radicali liberi, che colpiscono le strutture più interne delle cellule danneggiandole e procurando uno stress, cioè una rottura dell’equilibro all’interno di esse e questo comporta il rilassamento e la formazione delle rughe». – spiega la dott.ssa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II, che continua –
«L’esposizione prolungata ai raggi solari è un esempio di stress ossidativo che si compie ai danni della pelle, insieme al fumo di sigarette allo stress psicologico al consumo di alcol a una dieta ricca di grassi animali e all’abuso di farmaci».
Vi piace il pomodoro? È unico nel mettere ko l'ossigeno singoletto, che è un radicale, ossia una molecola molto reattiva. Preferite le verdure? Assumetene al giorno almeno 6 porzioni miste alla frutta, così distribuite: 250 g per le verdure da cuocere, 100 g per quelle da mangiare crude, 1 frutto grande come l'arancia o la mela, o 150 g di frutta piccola. Consigliata anche la salsa di pomodoro cruda, da assumere insieme ai legumi, ai cereali integrali e ai semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, sesamo, pinoli e girasoli): purché freschi e non salati.
Ma chi sono i veri responsabili dell’invecchiamento? «L’invecchiamento della pelle è imputabile ai radicali liberi, che colpiscono le strutture più interne delle cellule danneggiandole e procurando uno stress, cioè una rottura dell’equilibro all’interno di esse e questo comporta il rilassamento e la formazione delle rughe». – spiega la dott.ssa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II, che continua –
«L’esposizione prolungata ai raggi solari è un esempio di stress ossidativo che si compie ai danni della pelle, insieme al fumo di sigarette allo stress psicologico al consumo di alcol a una dieta ricca di grassi animali e all’abuso di farmaci».
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martedì 25 febbraio 2014
Le fragranze dell'inverno: tutte le migliori idee
L’aria di festa si fa sentire. Sotto l’albero i jus più esclusivi cambiano forma, scelgono flaconi speciali, sorprendono con idee in più.
La Christmas Box Magnolia Nera di Bottega Verde propone l'estratto della sua fragranza più misteriosa in quattro forme avvolgenti: l'eau de toilette da 50 ml, un latte corpo, un sapone e un bagnoschiuma. Ange Ou Demon eau de parfum di Givenchy viene affiancato al latte corpo e al gel doccia in un cofanetto bianco, oro e blu. Anche Fendi dedica al Natale un Christmas Set rosso fuoco ispirato alla sua nuova fragranza: L’Acquarossa. La sua scia indimenticabile dagli accordi fioriti legnosi e dal fascino fiammeggiante porta con sé un fluido profumato per la pelle e un gel doccia.
L’equivalente olfattivo dello strascico di un abito da gran serata, magari proprio quella dell’ultimo dell’anno, si incarna nello scent di Versace Crystal Noir: trasparente e carnale, con note orientali fiorite. Un flacone gioiello in vetro granata, ispirato alle sfaccettature del diamante e chiuso da un bouchon oversize. Il cofanetto contiene anche uno spray da borsetta e due prodotti corpo. Anche il coffret di L’Occitane con la nuova fragranza Fleur d'Or & Acacia richiama l’opulenza dell’oro in un mix inedito di mimosa e acacia. Ma ecco che arrivano le sorprese. Calvin Klein dedica al Natale cofanetto con il mitico CK One eau de toilette da 100 ml, trousse argentata e inediti tatuaggi. Il braccialetto ce lo mette dentro Thierry Mugler, che nelle due edizioni limitate propone i must have, Angel e Alien, impreziositi da un monile griffato: polsiera in metallo argentato (per Angel) o dorato (per Alien).
Se volete confessare il vostro amore scegliete il cofanetto di Moschino Cheap and Chic, con l’iconico profumo ispirato a Olivia, un latte corpo e una pochette a forma di cuore.
La Christmas Box Magnolia Nera di Bottega Verde propone l'estratto della sua fragranza più misteriosa in quattro forme avvolgenti: l'eau de toilette da 50 ml, un latte corpo, un sapone e un bagnoschiuma. Ange Ou Demon eau de parfum di Givenchy viene affiancato al latte corpo e al gel doccia in un cofanetto bianco, oro e blu. Anche Fendi dedica al Natale un Christmas Set rosso fuoco ispirato alla sua nuova fragranza: L’Acquarossa. La sua scia indimenticabile dagli accordi fioriti legnosi e dal fascino fiammeggiante porta con sé un fluido profumato per la pelle e un gel doccia.
Se volete confessare il vostro amore scegliete il cofanetto di Moschino Cheap and Chic, con l’iconico profumo ispirato a Olivia, un latte corpo e una pochette a forma di cuore.
giovedì 20 febbraio 2014
"Il perizoma può far male alla salute?". Più infiammazioni e infezioni rispetto agli slip
Le donne lo amano per la sua praticità sotto i capi attillati, gli uomini lo considerano molto sexy: è il perizoma. Il capo intimo, però è al centro di opinioni discordanti da parte dei medici.
Secondo alcuni studi, infatti, potrebbe portare a una maggiore incidenza di malattie infiammatorie e infezioni della zona anale, perianale e pubica, soprattutto se realizzato con fibre sintetiche. Tra i materiali più dannosi ci sarebbe il pizzo, bene il cotone e un'attenzione particolare ai capi con cavallo in cotone e esterno sintetico. La particolare forma del perizoma, poi, tende naturalmente a muoversi, trasformando la striscia di tessuto che collega la parte posteriore a quella anteriore in un "ponte" per i batteri. A rassicurare, però, il parere del Dr. Jill M. Rabin, professore associato diOstetricia e Ginecologia clinica e Sanità delle donne presso l’Albert Einstein College of Medicine, consultato dalla versione americana dell'Huffington Post: "Se la persona è sana, ritengo che non esistano rischi che rovini la salute. La questione è se si ha una predisposizione a contrarre infezioni, sia urinarie che vaginali: in quel caso può essere più difficile guarire se si indossa un perizoma".
martedì 18 febbraio 2014
Una dieta per l’insufficienza renale
Per una cura efficace, è importante affiancare una corretta terapia nutrizionale dietetica aproteica al trattamento farmacologico
Un ‘dramma’, quello dell’insufficienza renale cronica (IRC), purtroppo molto ben conosciuto: come un metronomo ossessivo, il passare del tempo finisce con il compromettere il nostro organismo e costringe il paziente a ricorrere al trattamento sostitutivo dialitico.
Un ‘dramma’, quello dell’insufficienza renale cronica (IRC), purtroppo molto ben conosciuto: come un metronomo ossessivo, il passare del tempo finisce con il compromettere il nostro organismo e costringe il paziente a ricorrere al trattamento sostitutivo dialitico.
Costi enormi, difficoltà logistiche e tempo di trattamento rendono la vita del paziente dializzato un calvario pesantissimo, per di più con costi crescenti anche per la comunità. Secondo alcune evidenze scientifiche confermate dagli studi del ‘Gruppo Renale Cochrane’ il ricorso ad una terapia dietetica nutrizionale (TDN) aproteica avrebbe effetti positivi sul rallentamento della progressione della patologia, con una riduzione relativa del rischio di morte renale pari al 31%. Inoltre, numerosi studi dimostrano il ruolo chiave della TDN nel prevenire e/o controllare le alterazioni metaboliche e le complicanze cliniche. In Italia la distribuzione dei prodotti nutrizionali aproteici non è a carico del Servizio Sanitario Nazionale, dal momento che non è inserita nei cosiddetti ‘Livelli Essenziali di Assistenza’, per cui le Regioni sono libere di scegliere se rimborsarli o meno ai pazienti. Insomma, la solita Italia a macchia di leopardo. Proprio con l’obiettivo di nuovi percorsi diagnostico-assistenziali che possano costituire la base di nuovi modelli gestionali da declinare in funzione delle diverse realtà regionali, la Società Italiana di Nefrologia (SIN) ha recentemente pubblicato un documento con i Suggerimenti di pratica clinica e di applicazione delle Linee Guida per la Terapia nutrizionale nell'IRC in fase conservativa, recentemente presentato dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, dalla Società Italiana di Nefrologia, dalla Società italiana di Medicina Generale, dal Forum Nazionale delle Associazioni di Nefropatici, Trapiantati d’organo e di volontariato e da Cittadinanzattiva. “La terapia dietetica nutrizionale aproteica dovrebbe essere iniziata dai pazienti con insufficienza renale cronica fin dalle fasi iniziali della malattia così da controllare le numerose complicanze cliniche e metaboliche associate – ha detto Giovanbattista Capasso, Presidente della SIN – perché la terapia dietetica rallenta l’evoluzione della malattia allontanando l’inizio della terapia dialitica e questo determina sia minori comorbidità per il paziente sia un risparmio di risorse, visto che il costo della terapia dietetica è di gran lunga inferiore a quello della dialisi”. Risparmi che uno studio coordinato dal professor Francesco Mennini dell’Università di ‘Tor Vergata’ di Roma ha quantificato con precisione: “grazie alle dialisi che si eviterebbero aumentando la popolazione trattata con la dieta ipoproteica, i risparmi aumenterebbero anno dopo anno – ha detto Mennini - circa 35 milioni di Euro a 3 anni, 160 milioni di Euro a 5 anni fino ad arrivare a circa 500 milioni di Euro a 10”. Dello stesso parere anche Giuseppe Canu, Presidente del ‘Forum Nazionale Associazioni di Nefropatici, Trapiantati d’organo e di volontariato’: “Gli attuali LEA non prevedono l’erogazione a carico del SSN degli alimenti aproteici, che per un mese di somministrazione costano 200 euro – ha detto Canu – mentre un mese di terapia sostitutiva con la dialisi costa circa 3.000 euro”.
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martedì 11 febbraio 2014
Ipnosi per le donne che soffrono di ansia e il sesso migliora
ROMA Il piacere si può riaccendere anche con terapie alternative ai farmaci. Lo dimostra una ricerca condotta su 187 donne adulte con sintomi tipici della diminuzione degli ormoni estrogeni dovuta all'età, condotta dai terapisti della Baylor University in Texas e presentata dalla American Psychological Association.
Il rilassamento indotto dall'ipnosi, infatti, migliorerebbe il piacere sessuale delle donne che soffrono di ansia, irritabilità e secchezza. Suddivise in due gruppi sono state sottoposte a cinque sedute settimanali di ipnosi mentre l'altra metà è rimasta nella personale routine quotidiana. I ricercatori hanno misurato tramite questionari il livello di confort, soddisfazione e piacere sessuale. Scoprendo che le donne sottoposte alla terapia ipnotica, effettuata da terapisti clinici qualificicati, hanno risolto i problemi che rendevano difficoltosi i rapporti e rirovato l'appagamento del piacere. «Gli effetti di questo tratatmento sono sovrapponibili a quelli delle etrapie ormonali senza effetti collaterali» sottolinea Gary Elkins, direttore del Baylor mind-body research laboratory dell'università americana.
giovedì 30 gennaio 2014
Obesità infantile, si previene con più sonno
Più i bambini dormono e meno calorie assumono. La strettissima correlazione tra sonno e alimentazione è stata dimostrata dai risultati di uno studio condotto dai ricercatori della Temple University e pubblicati sulla rivista «Pediatrics». Gli studiosi hanno condotto una ricerca durata tre settimane su un campione di bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni, di cui per il 27% si era già riscontrata una situazione di sovrappeso o obesità.
Durante la prima settimana i ricercatori hanno lasciato che i bambini dormissero secondo le proprie abitudini, in quella successiva si è fatto in modo che venissero dedicate più ore al sonno mentre durante durante la terza i bambini hanno dormito di meno. Il risultato?
Nella seconda settimana, quella dedicata al sonno, ogni bambino ha assunto circa 134 calorie in meno al giorno. In fase di analisi è adesso la traduzione di tutto ciò nel lungo periodo e la conseguente modifica di comportamenti e abitudini alimentari nei bambini già abituati ad avere un corretto rapporto sonno/veglia.
A confermare la dipendenza del rischio di sovrappeso dalla durata del sonno è anche una ricerca finanziata dalla Commissione Europea IDEFICS (Identification and prevention of Dietary - and lifestyle - induced health Effects In Children and infants) secondo cui era già noto che nei bambini in età pre-scolare abituati a dormire meno di 9 ore il rischio di sovrappeso era maggiore. Per quelli più grandi, un sonno inferiore alle 11 ore aumentava il rischio del 40%, uno inferiore a 9 ore addirittura del 300%.
Nella seconda settimana, quella dedicata al sonno, ogni bambino ha assunto circa 134 calorie in meno al giorno. In fase di analisi è adesso la traduzione di tutto ciò nel lungo periodo e la conseguente modifica di comportamenti e abitudini alimentari nei bambini già abituati ad avere un corretto rapporto sonno/veglia.
A confermare la dipendenza del rischio di sovrappeso dalla durata del sonno è anche una ricerca finanziata dalla Commissione Europea IDEFICS (Identification and prevention of Dietary - and lifestyle - induced health Effects In Children and infants) secondo cui era già noto che nei bambini in età pre-scolare abituati a dormire meno di 9 ore il rischio di sovrappeso era maggiore. Per quelli più grandi, un sonno inferiore alle 11 ore aumentava il rischio del 40%, uno inferiore a 9 ore addirittura del 300%.
lunedì 20 gennaio 2014
Depressione post parto più a rischio chi vive in città
La depressione post-partum (o post-natale), disturbo dell'umore che colpisce le donne nel periodo immediatamente successivo al parto, è riscontrata maggiormente in chi risiede nelle grandi aree urbane.
A dimostrarlo una ricerca pubblicata sul CMAJ, il Canadian Medical Association Journal, e guidata da Simone Vigod, psichiatra del Women's College Hospital e del Women's College Research Institute di Toronto. I dati, raccolti su un campione di 6.421 donne canadesi, sottolineano come siano quelle che vivono nei centri con oltre 500.000 abitanti a tendere di più alla depressione post-partum, rispetto a quelle che abitano in aree meno congestionate.
Il disturbo, da non confondere con la più grave psicosi puerperale, è accompagnata da crisi di pianto, cambiamenti di umore, irritabilità generale, perdita dell'appetito, insonnia o al contrario difficoltà a rimanere svegli, assenza di interesse nelle attività quotidiane e verso il neonato.
In Canada è il 35% delle puerpere a vivere nelle grandi zone urbane di Montreal, Toronto e Vancouver, il 20% si trova in zone rurali o addirittura remote mentre il restante 45% in condizioni di semirurali o semiurbane. Le donne nelle città tendono alla depressione post-partum per il 10% in più, contro il 6% di quelle delle zone rurali, il 7% circa delle zone semirurali e il 5% delle zone semiurbane
Il disturbo, da non confondere con la più grave psicosi puerperale, è accompagnata da crisi di pianto, cambiamenti di umore, irritabilità generale, perdita dell'appetito, insonnia o al contrario difficoltà a rimanere svegli, assenza di interesse nelle attività quotidiane e verso il neonato.
In Canada è il 35% delle puerpere a vivere nelle grandi zone urbane di Montreal, Toronto e Vancouver, il 20% si trova in zone rurali o addirittura remote mentre il restante 45% in condizioni di semirurali o semiurbane. Le donne nelle città tendono alla depressione post-partum per il 10% in più, contro il 6% di quelle delle zone rurali, il 7% circa delle zone semirurali e il 5% delle zone semiurbane
mercoledì 15 gennaio 2014
Prendere la pillola contraccettiva per più di 3 anni? Ecco cosa succede alla vostra salute
Sembra alto, molto alto, il pericolo per tutte le donne che prendono la pillola contraccettiva da più di 3 anni. Secondo un nuovo studio, infatti, queste donne sembrano avere il doppio delle probabilità di soffrire di una patologia oculare, che può anche portare alla cecità. La ricerca ha messo in evidenza che, se assunta per un periodo prolungato, fino a un massimo di tre anni, può portare a contrarre il glaucoma, una malattia oculare che colpisce il campo visivo.
“Questo studio dovrebbe spingere la ricerca futura a dimostrare la causa e l’effetto dei contraccettivi orali e il glaucoma - commenta il dottor Shan Lin, dell’Università della California a San Francisco - a questo punto, le donne che hanno assunto contraccettivi orali, per tre o più anni, dovrebbero essere sottoposte a screening per il glaucoma e seguite da un oculista”. I ricercatori hanno utilizzato i dati tra il 2005 e il 2008 del National Health and Nutrition Examination Survey. Lo studio è stato condotto su 3.406 partecipanti, di sesso femminile, dai 40 anni in su, che hanno compilato un questionario sulla salute riproduttiva e degli occhi e che sono state sottoposte a visite oculistiche. I risultati sono stati presentati al 117° meeting annuale della American Academy of Ophthalmology a New Orleans.
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