Sclerosi multipla, ecco la nuova terapia: riduzione della gravità e una migliore qualità della vita
Riduzione della gravità e recupero più veloce dalle recidive, maggiori probabilità di assenza di attività clinica e radiologica, diminuzione della progressione della disabilità.
Sono i risultati di nuove analisi condotte sul “natalizumab” come terapia per la sclerosi multipla, presentati in occasione del recente Congresso European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis a Copenaghen. Gli effetti sono particolarmente significativi per i pazienti affetti dalla forma recidivante, che hanno iniziato il trattamento quando ancora mostravano un basso grado di disabilità e per quelli in trattamento da più di due anni.
I dati sono frutto di due studi. Il primo è quello registrativo di fase III AFFIRM di due anni e condotto su 942 pazienti. Il secondo è il TOP, della durata di dieci anni, attualmente in corso, su pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR), a cui partecipano anche 17 centri italiani. «Questi nuovi risultati rappresentano una conferma dell’elevata efficacia della terapia nel ridurre la frequenza e la severità delle manifestazioni cliniche della malattia, incluse le recidive e la progressione della disabilità, nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente- commenta la professoressa Maria Trojano dell’Università di Bari, attuale Presidente dell’ECTRIMS, e membro dello Steering Committee e Coordinatrice italiana dello studio TOP - In modo particolare i dati dimostrano che “natalizumab” è in grado di indurre risultati ancora migliori nei pazienti che iniziano il trattamento precocemente nel corso della malattia, quando è ancora possibile inibire i processi patologici irreversibili a carico delle strutture neuronali, e in quanti continuano il trattamento per un periodo prolungato oltre i primi due anni».
Inoltre un maggior numero di pazienti non ha mostrato evidenze di attività di malattia clinica e radiologica quando il farmaco è stato utilizzato più precocemente. Natalizumab è approvato in oltre 65 Paesi. Negli Stati Uniti come monoterapia per le forme recidivanti, solitamente per quei pazienti che hanno avuto una risposta inadeguata o non tollerano terapie alternative. Nell’Unione Europea per la sclerosi multipla recidivante-remittente a elevata attività in malati adulti che non hanno risposto all’interferone beta o al glatiramer acetato o che sono affetti da SMRR grave a rapida evoluzione.
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